martedì 24 gennaio 2012

A mailbox in the grove



Fantastico concept designer coreano, che ha realizzato alcuni lavori tra i miei preferiti.
Click sul titolo in alto per visualizzare la galleria.

The Future

εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз
 εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз εїз
"This scene was meant to make it clear that Sophie was struggling against distraction, after losing time on YouTube—we all know how alluring these distractions are, and here we are seeing her attempting to take charge.I had her rig up a grape juice booby trap. In the next scene, which is actually in the movie, you see her run past the table and her white dress is covered in grape juice, which seemed like a funny visual way of showing that she had sacrificed the dress for the internet. Except that nobody got the whole grape juice trap. I don't think a single person understood why she was doing any of it. It just seemed like a bizarre performance in the middle of the movie. So I cut it. It's nice to show it here, and hopefully with the cards it isn't too mystifying."
~credit





Un bellissimo film
Thank you Saru/Baka per avercelo portato a casa venerdì scorso!
Ma come per i libri, non racconto nulla, perchè il mio punto di vista non è interessante.
Alcune frivolezze:  vorrei abitare in un appartamento simile a quello che si vede nel film e praticamente le svaligerei il guardaroba! (☞゚ヮ゚)

giovedì 29 dicembre 2011

1Q84 - Haruki Murakami

 
Artwork by Yohei Oishi
Ho concluso qualche giorno fà la lettura di 1Q84, l'ultimo libro di Haruki Murakami approdato in Italia. Non farò certo una recensione del libro, semplicemente perchè non sono capace di scrivere qualcosa di interessante. Però voglio dedicare uno spazio alla presenza di quest'opera e accostarla al lavoro di Yohei Oishi. Sì è un bacello di piselli! Il cognome della protagonista di 1Q84, Aomame, significa proprio piselli verdi.
E qui concludo con un ringraziamento all'immaginazione ultraterrena di Murakami, che impreziosisce la mia vita con le sue storie inimitabili.

 ありがとう

sabato 17 dicembre 2011

La giornata degli Origami

Web-cam pic
Non avevo mai provato a fare un origami, nonostante mi avessero sempre affascinato moltissimo.
In libreria mi attendevano i "Capitoli di Uji" del Genji Monogatari.
Muovendomi sulla moquette con passo felpato tra uno scaffale e l'altro, una colorata guida agli Origami ha attirato la mia attenzione.
Mi è riaffiorato alla memoria il ricordo delle dita di Diz che confezionavano una piccola gru bianca. Sorrido, pensando che nella tradizione giapponese la gru è simbolo di immortalità e pace.






Secondo la leggenda, chi riesca a piegare mille gru vedrà esaudito il proprio desiderio.
Nel Parco della Pace, a Hiroshima, la statua della piccola Sadako Sasaki, morta di leucemia a causa delle radiazioni senza riuscire a terminare le mille gru, viene adornata di origami. Un giorno vorrei portarle anche io tantissime gru colorate.








Potrà sembrare una cosa da poco, aver regalato la guida a Diz, eppure sento felicità per aver preso tra le mani quel libro, aver ricordato un episodio passato e averlo riportato nel presente. Non so bene come spiegarmi, è un po' la sensazione che si potrebbe provare ripassando i contorni sbiaditi di un disegno al quale si è affezionati.

giovedì 15 dicembre 2011

Primo post: perchè Anisca scrive

Sto ricominciando a viaggiare, metaforicamente. Voli di fantasia; capriole di parole; piccoli salti del cuore ascoltando la musica; visite quotidiane negli universi letterari di Murakami e di Sei Shonagon; allontano i piedi nudi e freddi dalle pozze salate e sporche della mia macabra immaginazione.
Non ho mai sopportato di buon grado il viaggiare, spaventata dall'implicazione di poter arrivare in ritardo e di rimanere paralizzata di fronte a un bivio. Finchè, con le mani sudate, congelata nel mio sonno di bambina, ho dato uno sguardo alla collezione infinita dei ricordi dell'immobilità: allo specchio mi vedo invecchiata di qualche anno e non so dove io sia stata in tutto questo tempo. Il mio corpo, abbandonato dalla mia coscienza, ha sentito il tempo trascorrere, mentre la mia mente galleggiava in una bolla, ignorando quei rari sprazzi di lucidità che mi spaccavano i polsi.
Mia madre porta i segni di questi ultimi anni: la corporatura più soffice, i capelli più lunghi, gli occhi di un agnello stanco, le mani ruvide, le rughe sul volto, i movimenti resi sempre più faticosi dalla malattia. Quando la guardo... Quando la guardo la mia inettitudine si amplifica.
La fine dell'anno si avvicina e a ruota seguirà il mio prossimo compleanno.
Ho fatto una promessa a me stessa, quando ero bambina, e non sono stata un granchè nel mantenerla. Non metto in dubbio, quindi, che un fantasma del passato continui a perseguitarmi, colando dagli angoli di buio, comparendo alle finestre vuote, nel riflesso dello specchio, agli angoli dei miei occhi.
Ho sempre, arrogantemente, pensato che sarei stata io la causa della fine del mio tempo. Questo, insieme ad altre centinaia di altre cose, è dovuto alla mia incapacità cronica di restare collegata alla realtà. La realtà è troppo forte, ci sono troppe variabili. La realtà è la cosa che più mi è ostica. Ma è reale anche la promessa che ho fatto a me stessa ed essa è una costante, non una variabile.
Blabbing.
Interruzione dei pensieri.
Lunga pausa per ricostruire la mia concentrazione.
Questo, come il precedente blog, è una raccolta di riflessioni fatte per non lasciarmi trascinare dal disagio. Qui sgomitolo qualcosa dalla mia testa, per ancorarla ad un preciso momento, una data. Per fare qualche progresso. Per mettere a fuoco i miei sogni e muovere il mio dannato culo verso il futuro che mi sono promessa.
Questo è il diario on-line di una convivenza con la sindrome di derealizzazione e depersonalizzazione.